NELLO SPIRITO DELLE COMUNI RADICI BIBLICHE

NELLO SPIRITO DELLE COMUNI RADICI BIBLICHE

Lettera aperta del prof. Giuseppe Laras,

Rabbino Capo emerito della comunità ebraica di Milano,

al neo-Arcivescovo, sua  Eminenza mons. Angelo Scola

 

 

Eminenza,

in primo luogo molto mi congratulo con Lei per la Sua elezione alla cattedra arcivescovile di Milano, augurandoLe ogni miglior successo e ogni bene nel corso della Sua missione pastorale.

Milano ha avuto la fortuna, negli ultimi tre decenni, di essere guidata da Pastori che si sono distinti su due versanti fondamentali, quello dell'ascolto, della comprensione e delle possibilità di risoluzione delle molte problematiche sociali che attraversano la città e il suo territorio e quello, in parte conseguente, del dialogo, non sempre facile e scontato, tra le varie componenti della nostra città.

Oserei dire che, durante l'episcopato del Cardinale Carlo Maria Martini, come pure in quello del suo successore, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, è stata manifestamente visibile una vera e propria sapiente passione per l'alterità e per l'avventura, sempre inedita, della scoperta dell'altro.

Più in particolare, vorrei concentrarmi sulle due realtà a cui ho potuto assistere in prima persona e prendervi anche parte. Mi riferisco, rispettivamente, all'iniziativa formidabile della Cattedra dei non-credenti, pensata e voluta, fin dal suo arrivo a Milano, dal Cardinale Carlo Maria Martini e allo strardinario e fecondo percorso di dialogo ebraico-cristiano, da lui - e modestamente anche da me - avviato e fortemente incrementato.

Il dialogo ebraico-cristiano instauratosi, come pure quello qualificato tra "credenti" e "non-credenti", ha ravvivato e alimentato il tessuto culturale, spirituale ed etico della città, facendo di Milano, e non credo di sbagliare, uno dei maggiori centri propulsori del Dialogo stesso in Italia e nel mondo.

Come Lei sa, coloro che appassionatamente si spendono per il Dialogo, inteso nella sua essenzialità più spontanea e nobile, al di là delle forme stereotipate di esso, sono stati, sono e presumibilmente saranno una minoranza. Queste persone sono consapevoli delle vicende di un passato quasi bimillenario di contrapposizioni violente, di mistificazioni teologiche e non, di odio e di persecuzione che gli ebrei hanno subito nell'Europa cristiana.

Queste stesse persone, però -e io con loro!- sono fortemente intenzionate, nonostante le difficoltà e le disillusioni che si incontrano lungo il percorso, a continuare a ricercare le ragioni dello stare insieme sia per noi che per le generazioni future, anche perchè (riconosciamocelo realisticamente!) non c'è altra strada.

Vorrei riprendere le parole di Hans Urs Von Balthasar da Lei citate durante la Sua visita al Ghetto di Venezia nel novembre del 2003:

 

Una delle questioni più difficili, alla quale forse solo Dio è in grado di rispondere correttamente, è quella dello "scisma" originario dell'unico popolo di Dio (poiché non si possono dare due popoli di Dio), provocato da Cristo stesso: Lui ne è responsabile, la Chiesa non dovrebbe far finta di conoscere la soluzione e di poterlo risolvere. Noi vediamo solo dei frammenti della verità intera dai quali non sappiamo ricostruire la totalità.

 

Nello spirito di queste parole, ricavo che dovremmo ricercare un ascolto vicendevole e amico e una fraterna collaborazione, illuminata proprio dalla consapevolezza delle accomunanti radici bibliche. Non solo. In questa prospettiva, ebrei e cristiani hanno la comune urgente responsabilità di operare insieme, in stretta intesa, per il bene dell'umanità e del creato.

Mi rendo ben conto che Lei, Eminenza, nell'assumere l'onere dell'episcopato milanese, andrà incontro a molte aspettative, a gravose responsabilità e a diverse sollecitazioni.

Mi sovviene, a questo proposito, un monito, a suo modo tranquillizzante, dell'antica letteratura rabbinica: "Egli (Rabbì Tarfòn) soleva dire: tu non sei tenuto a portare a termine il lavoro, ma non per questo puoi ritenere di esimertene" (Avoth I, 21).

Ancora congratulazioni e molti vivi auguri di ogni bene.

Shalom uvrakhà (pace e benedizione),

 

Rav Prof. Giuseppe Laras

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