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Vesak

vesak buddha luna26 maggio 2021

 

Allora, non appena Puṣya divenne favorevole, dal fianco di quella regina santificata dai propri voti nacque, senza dolore o malessere, un figlio per il bene del mondo.
(…)
Per ardore e fermezza riluceva come un sole nascente disceso in terra e, benché ardentissimo, attirava gli occhi alla vista come la luna.
Come l’astro diurno infatti, eclissava il chiarore delle lampade col chiarore splendente emanato dalle sue membra; bello del colore dell’oro di gran pregio, illuminava tutto l’orizzonte.

Aśvagoṣa, Buddhacarita, I, 9-13


In quel momento della quarta vigilia, quando venne l’alba e s’acquetò tutto ciò che è animato o inanimato, il gran veggente raggiunse lo stato che non conosce alterazioni; lui, la guida sovrana, raggiunse l’onniscienza.
Quando, in quanto Illuminato, riconobbe questa verità, la terra barcollò come una donna ebbra di vino, i punti cardinali rifulsero di schiere di Siddha e possenti tamburi risuonarono nel cielo.
Soffiarono lievi, piacevoli brezze, cadde la pioggia dal cielo sereno e dagli alberi caddero fiori e frutti fuori stagione come per fargli onore.

Aśvagoṣa, Buddhacarita, XIV, 86-88


Allora il Sublime si rivolse ai monaci:
«Orsù, o monaci, io vi esorto: elementi mutevoli sono i saṅkhāra, esercitatevi con zelo».
Queste furono le ultime parole del Sublime.
(…)
Estintosi il Sublime, alla sua estinzione si manifestò un grande terremoto, spaventoso, orripilante, e risuonò il tamburo degli dèi.

Mahā Purinibbāna Suttanta, XVI, 7-10

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