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Famiglia e dialogo interreligioso

mani familiaCi sono cose che non siamo abituati a pensare insieme.

Così la questione della famiglia appare collocata in un certo ambito: quello che, in Italia soprattutto, vede contrapporsi da tempo e su vari fronti il mondo cattolico e quello laico. Il primo a difesa di una dimensione comunitaria e tradizionale della vita sempre più erosa dalla modernizzazione incalzante, il secondo fautore invece dei diritti individuali come fondamento del progresso civile. In anni recenti poi in tutti i paesi occidentali la questione è diventata cruciale a seguito del contrasto sui matrimoni omosessuali, con il conseguente problema dell’adozione di figli. Se apparentemente tutti convergono nel riconoscere la famiglia come centro dei rapporti affettivi ed educativi, è ben diverso pensarla sulla base del modello finora trasmesso oppure come luogo di nuove sperimentazioni. Si è aperto insomma un confronto antropologico di grande portata.

In tutt’altro ambito sembra collocarsi il dialogo interreligioso. Lo si pensa in genere in funzione della pace e innanzitutto come prevenzione dell’intolleranza. La reciproca conoscenza e la fiducia che ne deriva si ritiene che siano il fondamento più sicuro di una pacifica convivenza. Ovviamente il dialogo interreligioso è diventato particolarmente importante nel contesto della “guerra mondiale a pezzi” in corso da vari anni nel mondo, che usa il fanatismo religioso come arma particolarmente insidiosa. Si può però pensare che, data soprattutto l’incidenza dei fenomeni migratori, stia ponendo le premesse per un nuovo e più ampio orizzonte culturale.

Due ambiti quindi ben diversi, che in genere coinvolgono soggetti diversi e mobilitano un diverso tipo di energia. L’idea di metterli in comunicazione scaturisce però da una duplice valutazione.

Da un lato neppure in Italia si può ormai pensare che, sulla famiglia e altro, le culture che si confrontano siano soltanto quella cattolica e quella laica. Proprio il fatto che sempre più si viva entro una società multiculturale e multireligiosa richiede di tener conto di una pluralità di posizioni. Dall’altro il dialogo interreligioso, se vuol davvero incidere nel corpo sociale e produrre cultura autentica, bisogna che entri nel vivo delle questioni valoriali, su cui tra l’altro si gioca una questione così importante come l’integrazione degli immigrati.

 

Sulla base di queste considerazioni, e con l’intervento di autorevoli esponenti della Chiesa di Torino, abbiamo avviato il ciclo Familia.

In un precedente incontro, il 2 dicembre alla Facoltà Teologica, è intervenuto un importante teologo ortodosso, Vladimir Zelinskij, oltre che un esponente della cultura laica, Pier Franco Quaglieni. Del primo riportiamo un testo sulla funzione della famiglia nell’educazione religiosa, insieme alla presentazione, che avvenne in quella sede, di un libro che ha ispirato questo ciclo.

Ora, in due nuove iniziative, a Lanzo Torinese e nuovamente a Torino al Cottolengo,si apre il confronto, oltre che con la Chiesa Ortodossa, con il mondo islamico. È superfluo dire quale importanza tale confronto rivesta.

Annunciamo anche la partecipazione a una nuova rassegna connessa al Salone del Libro con un video in onore della figura simbolo del dialogo interreligioso, Raimon Panikkar.

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