Noi siamo con voi

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Chiediamo a tutti di aderire alla manifestazione di Torino in solidarietà alle vittime della persecuzione religiosa, e di promuovere in ogni modo la partecipazione.

 

Mercoledì 10 giugno il ritrovo sarà alle 20 in piazza Palazzo di Città, sotto la sede del Comune. Da lì un corteo silenzioso si snoderà per le vie del centro in direzione di Porta Palazzo, il quartiere per eccellenza multietnico, per confluire all’Arsenale della Pace, sede del Sermig, dove avrà luogo la parte conclusiva con gli interventi dei promotori.

 

Questi ultimi si qualificano, dalla locandina, come “esponenti delle comunità religiose, dei movimenti per la pace e della società civile di Torino e del Piemonte”. In realtà partecipa e concorre a promuovere l’iniziativa un enorme spiegamento di soggetti di vario tipo, tra cui soprattutto, ma non solo, quelli di impronta religiosa. C’è l’Arcidiocesi in quanto tale, con alcuni importanti movimenti ecclesiali (Focolarini, Comunione e Liberazione e Comunità di Sant’Egidio), il Cottolengo, il Sermig stesso e varie organizzazioni attraverso cui si articola la presenza sociale della Chiesa. C’è la Comunità Ebraica, la Chiesa Valdese e quella Luterana, la Chiesa Ortodossa. C’è, merita particolarmente segnalarlo, il mondo islamico, presente come non mai in tutte le sue principali componenti; e poi i Buddhisti, gli Induisti, i Bahai, i Mormoni. C’è Religions for Peace, la principale organizzazione interreligiosa mondiale; c’è Alleanza Cattolica; ci sono il MIR e il Movimento Nonviolento, cioè le principali espressioni della nonviolenza gandhiana. Ci sono gli imprenditori e ci saranno le organizzazioni dei lavoratori. Ci sono le donne e ci sono i giovani. Ci sono alcune importanti istituzioni culturali. Hanno cominciato ad aderire enti locali. Un mosaico insomma di identità diverse, talvolta anche lontane tra loro, unite da un sentimento tanto forte quanto incapace finora di trovare espressione. Un sentimento che, di fronte agli orrori che caratterizzano questa “terza guerra mondiale a pezzi”, per usare l’espressione del Papa, non ha dubbi. Noi siamo con voi: cioè siamo con le vittime, contro l’odio che abusa della religione e contro tutto ciò che viola e deturpa la condizione umana.

 

All’Arsenale della Pace prenderanno la parola l’Arcivescovo, il Rabbino, gli altri rappresentanti religiosi e quelli di almeno alcuni tra i vari soggetti coinvolti. Ci saranno inoltre il sindaco di Torino, anche a nome dei comuni che stanno aderendo, e il presidente del Consiglio Regionale. Quest’ultima istituzione ha un particolare merito nel sostegno dell’iniziativa; nel suo seno infatti si è recentemente costituito un Comitato per i Diritti Umani che offre un interfaccia istituzionale a questo movimento spontaneo.

 

Dietro tutto ciò vi è, come facilmente si potrà immaginare, un paziente lavoro di tessitura che ha via via creato una condizione di fiducia tra i diversi interlocutori. Ci piace però pensare di aver semplicemente contribuito a dare forma a ciò che preme nella coscienza collettiva. Vogliamo assolutamente credere che lo smarrimento in cui l’opinione pubblica sembra essere caduta, di fronte a eventi difficilmente concepibili, non abbia compromesso i nostri più profondi sentimenti umani.

 

 

 

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