Per un’economia al servizio della vita

francescoLa crisi economica in corso ha profonde radici culturali e spirituali: è l’esito degli indirizzi risultati dominanti in epoca moderna. Se ne potrà davvero uscire attraverso una svolta di tipo morale, un rinnovamento nella visione stessa dell’uomo: una svolta a cui tutte le culture, che ormai fittamente interagiscono nello spazio sociale, debbono contribuire. Questo era il senso del convegno svoltosi il 13 ottobre 2012 a Torino alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, la città dell’aiuto a chi soffre che si trova nel cuore del capoluogo subalpino, meglio nota come Cottolengo.

La scelta del luogo non era casuale: dove San Giuseppe Benedetto Cottolengo diede una casa ai derelitti che, nell’Ottocento, i processi di modernizzazione lasciavano ai margini, ci si trovava a riflettere sulla crisi della società che quei processi hanno edificato.

Molto esplicito era il titolo del convegno: L’AVERE E L’ESSERE. PER UN’ECONOMIA AL SERVIZIO DELLA VITA. Voleva dire che gli assetti economici da lungo tempo vigenti contengono una fondamentale distorsione, dovuta in ultimo a un predominio dell’Avere svincolato dall’Essere. All’Essere bisogna invece tornare, per ricostruire un’economia a cui l’uomo d’oggi possa nuovamente guardare con fiducia.

Annunciando quel convegno decidemmo di collegarci simbolicamente a due date: il 2 e il 4 ottobre, rispettivamente ricorrenza della nascita del Mahatma Gandhi e giorno dedicato a San Francesco.

Del primo dicevamo che, guidando l’India a ritrovare, nel confronto con la Modernità, le sue radici spirituali, “non a caso per far ciò compì una scelta di povertà volontaria, rendendosi ultimo tra gli ultimi, affinché nessun privilegio indebolisse l’autorevolezza di una guida fondata sulla forza della Verità. Una forza a cui gli uomini sanno obbedire più che a ogni esteriore costrizione, perché comunica direttamente al loro cuore”. Il secondo ci appariva “colui che, all’epoca in cui la Modernità muoveva i primi passi, già con tutti i segni della sua orgogliosa opulenza, scoprì nella povertà volontaria la via per ritrovare, nell’imitazione di Cristo, un senso della vita più ricco di ogni ricchezza e più forte di ogni potere”. 

 

Un anno dopo, è ancor più chiaro che intorno all’economia si decidono questioni antropologiche.

Una società mondiale formatasi attraverso un processo dapprima scandito nell’ordine dei secoli, poi con ritmo sempre più accelerato e infine oggi vorticoso, richiede un assetto in cui l’immensa dotazione di mezzi di cui dispone non travolga né mortifichi l’umanità che la popola.

Parlare di economia vuol dire infatti parlare delle ferite ancora e forse più che mai aperte dell’ingiustizia, ma anche di condizioni di vita inautentiche e delle forme di sofferenza che esse generano. Vuol dire parlare della miseria in cui parte dell’umanità tuttora versa, ma insieme di un benessere che sta implodendo, della mancanza di futuro che si annida dentro l’opulenza.

Per questo, intorno all’economia e a tutto ciò che essa implica, con lo stesso titolo del convegno di un anno fa, L’AVERE E L’ESSERE. PER UN’ECONOMIA AL SERVIZIO DELLA VITA, decidiamo di aprire su internet uno spazio di confronto permanente, di cui proponiamo la condivisione a tutti quanti siano animati dai nostri stessi intenti, nello spirito della pluralità delle culture e delle fedi a cui rendiamo testimonianza: lo spirito, per capirci, di Assisi.

Diamo avvio all’iniziativa, pubblicando innanzitutto le videoregistrazioni del convegno, oggi 4 ottobre. Poiché i simboli valgono più di qualsiasi discorso, riempie il cuore di speranza il fatto che colui che ha assunto la guida terrena della Chiesa Cattolica porti il nome di Francesco, e che oggi, nel giorno di San Francesco, si sia recato pellegrino ad Assisi. È decisamente un buon giorno per iniziare.

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